La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006 (ratificata anche dall’Italia) ha compiuto un’operazione teorica di  notevole importanza: riposizionando i diritti delle persone con disabilità all’interno dell’ambito dei diritti umani essa fa in modo che le persone con disabilità non siano più considerabili come una categoria sociale, dal momento che i diritti di queste persone sono i diritti di tutti gli uomini, anche se, per essere affermati, richiedono di essere ‘tradotti’ nella condizione della disabilità, intesa come possibilità sempre presente della condizione umana.

Ecco dunque che enumera una serie di principi che vanno dal rispetto per la dignità, l’autonomia e l’indipendenza delle persone, alla partecipazione e l’inclusione nella società, ai diritti alla mobilità personale, al lavoro (senza discriminazioni e in condizioni eque e favorevoli), alla partecipazione alla vita politica e pubblica, culturale e ricreativa, agli svaghi e allo sport.

Anche le istituzioni comunitarie hanno dedicato molta attenzione al contrasto e al superamento degli ostacoli, materiali ed immateriali, che tuttora si frappongono al riconoscimento dei diritti delle persone nella loro specifica soggettività, sia legiferando che predisponendo programmi e risorse finalizzate, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, alle Direttive sulle discriminazioni.

Ma più che di interventi legislativi o dell’enumerazione di principi a livello nazionale o internazionale (seppure necessari) è di un cambiamento culturale profondo che si confronti con le realtà quotidiane quello di cui c’è bisogno per il pieno dispiegamento dei diritti e per il superamento delle barriere (soprattutto mentali).

In questo contesto è indubbio che la tecnologia abbia contribuito a cambiare rapidamente la vita quotidiana delle persone con disabilità e, in molti casi ha aperto loro le porte al mondo del lavoro, dello sport e dello studio.

Ricerca e sviluppo tecnologico possono essere ancora di più strumenti per favorire la piena inclusione, la piena autonomia delle persone e l’esercizio dei loro diritti fondamentali.