logo comune di alessandria

LE BIBLIOTECHE RITROVATE

Esposizione di volumi delle antiche biblioteche cittadine, confluite nel tempo nella Biblioteca Civica di Alessandria – 24 Marzo 2023- 30 maggio 2023

passa alla sezione espositiva

La Biblioteca Civica di Alessandria nasce nel periodo della dominazione napoleonica (1799-1814) a seguito delle soppressioni degli ordini religiosi e delle confraternite disposte dal governo francese nel 1802. Tutti i beni delle istituzioni soppresse vengono incamerati o requisiti, oppure ceduti a entità civili o militari. Nel caso di Alessandria le collezioni librarie già di proprietà di ordini religiosi, di conventi e anche del seminario vescovile vengono destinate a costituire la Biblioteca del Dipartimento di Marengo, istituita nel 1801. La Biblioteca Dipartimentale assume la qualifica di Nazionale.
La mostra presenta una selezione di edizioni del Cinquecento, Seicento e Settecento, che sono state in gran parte oggetto di un recupero catalografico nell’ambito di un recente progetto di catalogazione di circa duemiladuecento volumi antichi provenienti dalla Sala Terza, una delle sei risalenti all’assetto originario della Biblioteca Civica.
Il percorso espositivo si sviluppa dalle biblioteche ecclesiastiche fino a quelle private maggiormente rappresentate nel catalogo della Biblioteca Civica, mostrando per ciascun fondo gli esemplari meritevoli di interesse per storia, pregio o rarità.
Il recente recupero catalografico dei volumi, con lo studio di elementi quali le note di possesso, le legature e gli ex libris, ha consentito di proseguire nella ricostruzione virtuale della provenienza dei fondi librari che costituiscono le collezioni storiche della Biblioteca e che alla luce di queste nuove conoscenze si possono definire vere e proprie ‘biblioteche ritrovate’. Si tratta in gran parte delle librerie di monasteri e istituzioni religiose del territorio di cui si erano perdute le tracce, a seguito delle soppressioni ottocentesche delle congregazioni religiose, nonché delle collezioni librarie delle più importanti famiglie alessandrine e, inoltre, del fondo librario giuridico dell’Avvocazia dei Poveri.
L’esposizione rientra nelle azioni di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale della Città di Alessandria. La scelta dei beni librari antichi risponde all’esigenza di far conoscere primariamente alla comunità locale e poi a un più vasto pubblico un patrimonio più significativo di quanto normalmente si pensi, arricchendo così l’esperienza di chi vuole conoscere la città attraverso la storia dei suoi fondi librari.
I volumi esposti, accompagnati da didascalie esplicative ad alta leggibilità e corredate da QR code per consentirne la fruizione anche attraverso lettura da screen reader in una prospettiva inclusiva, vengono presentati mediante un ordinamento in quattro sezioni che fanno riferimento alla loro provenienza:
-BIBLIOTHECA NATIONALIS ALEXANDRINA
-BIBLIOTECHE DI CONVENTI DELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA
-BIBLIOTECA DELL’AVVOCAZIA DEI POVERI
-RACCOLTE LIBRARIE PRIVATE

Il progetto è stato realizzato con il contributo  della Regione Piemonte per attività di valorizzazione e promozione dei beni archivistici e bibliografici di interesse culturale.

Organizzazione: Biblioteca Civica “Francesca Calvo ” in collaborazione con Arca Società Cooperativa e Abilitando Onlus

SEZIONI ESPOSITIVE

  • BIBLIOTHECA NATIONALIS ALEXANDRINA

La sezione presenta volumi provenienti dal nucleo originario della Biblioteca civica composto in prevalenza dai fondi librari dei conventi soppressi della città di Alessandria. A questi si aggiunge almeno una parte del ricco fondo di dotazione della Biblioteca del Seminario che il vescovo Giuseppe Tomaso De Rossi aveva istituito ad uso del clero, ma anche degli studiosi, dopo la soppressione dell’ordine dei Gesuiti nel 1773.

Il primo Regolamento della Biblioteca Dipartimentale, firmato dal sindaco, Jules Bacciocchi, e controfirmato dal primo bibliotecario Alessandro Duchi, ne fissa la data di apertura al gennaio 1806.

La Biblioteca Dipartimentale al momento della sua creazione ospita dunque volumi provenienti dalle biblioteche private di alcuni protagonisti di quella controversa e drammatica stagione (come il vescovo De Rossi e il bibliotecario Duchi, già sacerdote), insieme ad altri libri di proprietà del Collegio alessandrino dei Gesuiti, nonché dei conventi cittadini dei Barnabiti (Santi Alessandro e Carlo), Domenicani (San Marco, ove aveva sede anche il Tribunale dell’Inquisizione), Carmelitani Scalzi (Sante Anna e Teresa), Minori Osservanti (San Bernardino).

 

  • BIBLIOTECHE DEI CONVENTI DELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA

La sezione è dedicata ad un’altra consistente fonte di provenienza di volumi di pregio della Biblioteca Civica,  rappresentata dai libri un tempo facenti parte delle biblioteche monastiche e  di istituzioni religiose di vari centri della provincia, confluiti in biblioteca in seguito sia alle soppressioni napoleoniche, sia a quelle disposte a metà Ottocento dal Regno di Sardegna.

Tra le sedi d’origine di questi volumi figurano i conventi della Santa Trinità di Tortona, di Santa Maria del Tempio di Casale Monferrato, dei padri Cappuccini di Casale, e, non ultimo, del convento domenicano di Santa Croce di Bosco Marengo, la cui libreria fu costituita con apposite donazioni dal pontefice San Pio Quinto.

Tra queste acquisizioni si espone in mostra un raro esemplare, già appartenuto alla Biblioteca della Casa della Missione di Casale Monferrato, che reca la nota di possesso “Bibliotheca Colbertina”. Il volume è dunque proveniente dalla celebre biblioteca di Jean Baptiste Colbert (1619-1683), uomo politico francese, successore del cardinal Mazarino e primo ministro di Luigi Quattordicesimo. La sua straordinaria collezione libraria fu venduta all’asta nel 1728 e dispersa in tutta Europa. Percorrendo strade tuttora ignote, un esemplare di quella raccolta è pervenuto in seguito ad Alessandria.

 

  • BIBLIOTECA DELL’AVVOCAZIA DEI POVERI

Questa sezione mostra una selezione di esemplari del fondo librario dell’Avvocazia dei poveri, istituzione giuridica fondata in Alessandria da Cesare Ferrufini nel 1669 per la difesa dei meno abbienti.

La raccolta è composta da antichi volumi di dottrina giuridica di grande valore, provenienti anche dalle biblioteche di illustri giureconsulti alessandrini, quali ad esempio Gaetano Gambarini, che fu il primo Avvocato dei poveri nominato dal governo sabaudo dopo il periodo spagnolo, giurista che resse l’ufficio per 38 anni.

La biblioteca del primo giureconsulto, Cesare Ferrufini, fu trasferita negli anni del governo francese presso la Biblioteca Dipartimentale di Alessandria, condividendo lo stesso destino dei fondi degli ordini soppressi. Restituita poi all’istituzione originaria, la collezione nel suo complesso fu affidata alla Biblioteca Civica nel 1936 dall’ultimo Avvocato dei poveri, Felice Pittaluga, prima della soppressione dell’ufficio.

 

  • RACCOLTE LIBRARIE PRIVATE

Una quarta categoria di volumi presenti in mostra è quella di opere appartenute a illustri famiglie storiche alessandrine e monferrine. Tra queste figurano, ad esempio, i Canefri, i Bolla, i Guasco, i casalesi Magnocavallo, ma in seguito a lasciti, solitamente disposti per via testamentaria, confluirono in biblioteca anche i volumi di proprietà di famosi intellettuali ed eruditi, come il vicario Giuseppe Antonio Chenna, autore settecentesco della “Storia della Diocesi alessandrina”, o come il conte Cesare Canefri, noto esperto di scritture antiche e studioso di genealogia nobiliare.