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Libro aperto Siria Sacra
libro aperto con illustrazione di angelo

Libro 1

BIAGIO TERZI DI LAURIA, Siria sacra descrizione istorico-geografica cronologico-topografica delle due chiese patriarcali Antiochia e Gerusalemme, (…) Roma, Rocco Bernabò, 1695.
Sono presenti due immagini di questo volume della misura di circa 20 centimetri per 30. Nella prima, il cosiddetto frontespizio, appaiono il titolo: Siria sacra, seguito dal sottotitolo che spiega di cosa tratta il volume. Seguono altre indicazioni, tra cui autore e luogo di stampa: “opera dell’abbate Biagio Terzi di Lauria, In Roma : nella stamperia del Bernabo alle Muratte, nel vicolo detto de’ Chiodaroli, 1695.
La seconda immagine è presente sulla pagina precedente il frontespizio (tecnicamente chiamata antiporta). C’è un giovane angelo sotto un cielo nuvoloso in cui il sole a destra e quindi da est, illumina con i suoi raggi la sfera terrestre posta ai suoi piedi, che rappresenta i luoghi descritti nel volume (Antiochia e Gerusalemme)
L’angelo, che indossa una tunica lunga con drappeggio e stola , indica la sfera terrestre con la mano sinistra, mentre con la destra regge una grande croce. La croce sorretta dall’angelo si trova alle spalle del globo terrestre che, a sua volta, è poggiato a terra. A terra sono appoggiati anche alcuni oggetti simbolici (un libro aperto, uno scrigno, uno stemma, alcuni strumenti di lavoro)
Sul piano si possono osservare quattro angioletti : uno seduto a destra, ai piedi dell’angelo fra il libro aperto e il globo terrestre, l’altro alle sue spalle, sullo sfondo, seminascosto dal drappeggio della veste dell’angelo maggiore; il terzo compare in primo piano a destra, in ginocchio di spalle rivolto alla croce, il quarto sempre a destra, ma in secondo piano, in piedi con il braccio appoggiato alla sfera terrestre e irradiato dal sole.
Sul volume, un’etichetta della Biblioteca Nazionale Alessandrina, testimonia come il libro appartenesse alla nascente Biblioteca pubblica di Alessandria che raccoglieva le librerie dei Conventi soppressi. L’autore di questo libro, Biagio Terzi, fu vescovo di Isernia dal dicembre del 1698 e morì nella sede episcopale nel maggio del 1716; appartenne all’Ordine Gerosolimitano dei Frati Ospedalieri di S. Giovanni Battista, che ha svolto fin dal secondo Medio Evo una funzione sociale di grande importanza.

libro aperto ioannis lorini

Libro 2

JEAN LORIN, Libro primo[-terzo] dei Commentari al libro dei Salmi, Lione, Giacomo Cardon & Pietro Cavellat, 1623.

Il volume esposto, delle dimensioni di 22 centimetri per 35, è rappresentato nell’immagine. Si tratta del primo di tre libri che riguardano i commenti al libro dei Salmi.
Il Libro dei Salmi è una parte dell’Antico Testamento della Bibbia Cristiana. I Salmi sono preghiere, lodi, suppliche, meditazioni (150 in totale) scritti originariamente in ebraico.
Il volume ha nel frontespizio una bellissima calcografia (cioè una stampa ottenuta attraverso l’incisione di una lastra solitamente di rame).
L’illustrazione comprende i dati bibliografici (titolo, autore, eccetera) all’interno di un quadro sorretto da due figure allegoriche femminili, una per lato, che lo incoronano d’alloro. La composizione è inserita su una struttura architettonica che ha un basamento impreziosito da tre stemmi raffiguranti rispettivamente, da sinistra verso destra, un fiore di cardo, un giglio e tre uccelli disposti a triangolo, due in alto ed uno sotto. Gli stemmi laterali richiamano le marche tipografiche (oggi diremmo i loghi) degli stampatori.
Sopra al basamento poggiano le due donne, entrambe con aureola, mentre la parte superiore della struttura è costituita da un frontone che reca al centro, sorretto da due angioletti, uno stemma con il simbolo di Gesù , rappresentato dalle lettere I – ACCA – ESSE sormontate da una croce .
L’incisore della calcografia è Charles Audran, appartenente ad una famiglia di incisori e pittori di Lione che fu interprete di un lungo periodo della storia dell’arte francese nei Secoli sedicesimo e diciassettesimo. Sul frontespizio si legge anche la nota manoscritta: “Collegio Alessandrino dei Gesuiti inscritto in catalogo”. Ciò suggerisce una prima appartenenza del volume alla libreria del Collegio dei Gesuiti di Alessandria. Una etichetta all’interno della copertina del volume indica che lo stesso è poi stato trasferito alla libreria della Biblioteca Nazionale Alessandrina.

libro aperto Ecclesiaste tomista
foto di libro con illustrazione sacra Ecclesiaste tomista

Libro 3

PERAZZO, GIOVANNI BENEDETTO, L’Ecclesiaste tomista, cioè selezione delle sentenze sacre e morali di San Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa, che, sparse nei suoi codici sacri, raccoglie in ordine alfabetico per l’utilità comune…, Venezia, Combi e La-Nou, 1696-1701
Di questo volume – delle dimensioni di centimetri 21 per 32 – sono presenti due immagini: nella prima (che rappresenta il frontespizio) appare il titolo: “Thomisticus Ecclesiastes” e il sottotitolo, che ne spiega il contenuto, quindi l’autore: “Benetictus Perazzo” e le indicazioni di dove e quando è stato stampato “ Venetiis : tipis Combi et La-Nou, 1696-1701”
Questo è il primo dei tre volumi che compongono l’opera completa. Sul suo frontespizio si trovano il timbro e la nota manoscritta del Convento alessandrino dei Padri Carmelitani Scalzi dedicato alle Sante Teresa e Anna. La raccolta libraria di questo Convento fa parte del nucleo alla base della formazione della prima biblioteca pubblica della città.
La seconda immagine è quella della pagina che precede il frontespizio (la cosiddetta antiporta). La scena rappresentata è complessa e raffigura un episodio della vita di San Nicola da Tolentino che, pur collocato sulla sinistra, si trova di fatto al centro della rappresentazione, in quanto tutti gli altri personaggi sono disposti a semicerchio intorno a lui facendo convergere lo sguardo sulla sua figura. Ad accentuare tale centralità è inoltre il raggio che dal cielo la colomba dello Spirito Santo emana ad illuminare il petto del santo, dal quale un piccolo sole riverbera tale luce sul prelato di fronte a lui. San Nicola, che è appoggiato con la mano sinistra ad un altare, sul quale ci sono un crocefisso ed un candelabro, indica con la destra proprio la colomba dello Spirito Santo. A corona intorno al prelato compaiono numerose figure di uomini della Chiesa di varie epoche far i quali spicca un alto prelato in ginocchio davanti al santo, mentre ai suoi piedi una figura femminile, inginocchiata, bacia l’orlo della sua stola. Seduto in primo piano, a destra, un monaco agostiniano è intento alla lettura di un libro.
Sulle nubi del cielo, a semicerchio, da sinistra verso destra troviamo inginocchiati San Pietro e San Paolo. Alle loro spalle la Madonna, al centro, sopra la colomba, Gesù Cristo e Dio Padre seduti e infine, in piedi San Giuseppe ai cui piedi, seduti, stanno due angeli accostati.
Il calco originale è stato inciso da suor Isabella Piccini, una delle rare e assai poco conosciute donne incisore. Suor Isabella, al secolo Elisabetta Piccini, nacque a Venezia nel 1644 da una famiglia di incisori veneziani.

libro aperto alla prima pagina con titolo DOMINIQUE CHABRE
pagina con rappresentazione di piante e con descrizione accanto
pagina con disegni di sei piante e descrizione accanto
pagina con disegni di sei piante e con descrizione

Libro 4

DOMINIQUE CHABRE, Immagini e disegni in chiaroscuro delle famiglie, di tutte le cose che è necessario sapere sulla natura, le origini, sinonimi e uso e virtù delle piante, Ginevra, Jean Antuan Chuet, 1677.

Il prezioso volume delle dimensioni di 21 centimetri per 32 è qui rappresentato da quattro immagini. La prima è il frontespizio che contiene una nota manoscritta in latino (“Inscritto catalogo del Collegio Alessandrino della Società di Gesù”) che indica l’appartenenza del libro al consistente fondo librario del Collegio dei Gesuiti di Alessandria. Le altre sono una scelta delle pagine interne che raccolgono oltre tremila illustrazioni in bianco e nero ottenute con la tecnica della xilografia, una particolare tecnica di incisione in rilievo della matrice che viene poi usata per la stampa. La matrice consiste in una tavoletta di legno e la tecnica consiste nell’asportare dalla parte superiore della tavoletta le parti che non costituiscono il disegno.
Le illustrazioni in bianco e nero, sono disposte su due colonne per pagina e il volume qui raffigura 12 diverse specie di rose, sei per ciascuno dei due fogli, disegnate ed incise con ricchezza di particolari rappresentando le differenze di rami, foglie, petali e falsi frutti. A destra di ogni immagine c’è il testo esplicativo della pianta illustrata, stampata sotto il nome che la definisce.
Il volume si segnala come catalogato, in Piemonte, solo dalla Biblioteca Civica di Alessandria.

libro aperto alla prima pagina degli antichi riti sacri dei Cristiani
libro aperto con illustrazione di una croce al centro e due cervi accanto

Libro 5

GIOVANNI BATTISTA CASALI, Degli antichi riti sacri dei Cristiani sia presso gli Occidentali, sia presso gli Orientali, approvato dalla Chiesa cattolica, Roma, Bernardino Tani, 1647.
Due sono le pagine di questo raro volume – delle misure di 22 centimetri per 32 – raffigurate nelle foto.
La prima è il frontespizio del volume, il cui testo è stampato a righe alternate in rosso e nero. Sul frontespizio spicca la marca tipografica, cioè il disegno, lo stemma (oggi diremmo il logo), spesso accompagnata da un motto, utilizzata dallo stampatore per contrassegnare i volumi da lui prodotti.
In questo caso si tratta di uno sciame di api che vola attorno ad un alveare, un paesaggio con alberi sullo sfondo e il motto, raffigurato su un nastro, recita: “Praesidium et dulce decus” cioé “Protezione e dolce grazia”.
Questa è la marca tipografica dello stampatore Bernardino Tani, attivo a Roma tra il 1638 e il 1648. Sul frontespizio sono anche presenti le note manoscritte: “I.C.D.C. Paez” e quella riferita al Collegio dei Gesuiti di Alessandria. Queste due note di possesso si trovano spesso insieme perché il canonico Giuseppe Maria Paez donò per testamento tutta la sua libreria ai Gesuiti di Alessandria.
La seconda fotografia raffigura il libro aperto alla pagina quattro, qui, nella metà superiore del foglio, compare un riquadro che ne occupa circa i due terzi. All’interno l’incisione rappresenta una grande croce tempestata di gemme su cui scorre dell’acqua a simboleggiare la grazia che si diffonde dallo Spirito Santo raffigurato da una colomba che scende dal cielo.
La croce è piantata alla sommità di un monte (il paradiso). Da qui fuoriescono i quattro fiumi del Paradiso che abbeverano due cervi (uno su ciascuno dei due lati della croce) e sei agnelli (tre su un lato della croce e tre sull’altro). Alle pendici del monte si ergono le mura (anche queste incastonate di gemme) della Gerusalemme celeste protette dall’arcangelo Michele e sul cui sfondo svetta una palma sormontata da una fenice, la creatura mitologica che risorge dalle proprie ceneri.
La simbologia della creazione si coniuga così col suo compimento finale e il mosaico collega l’albero della vita alla croce, il Paradiso alla Gerusalemme celeste, lo Spirito che aleggiava sulle acque allo Spirito donato dal corpo trafitto di Cristo, l’acqua dei quattro fiumi paradisiaci all’acqua donata dalla Chiesa nel battesimo.

libro aperto con una foto di LUDOVICO ANTONIO MURATORI a destra e il titolo a sinistra
libro aperto con pagina a destra vuota e quella a sinistra timbrata dalla biblioteca civica
immagine del timbro della biblioteca ingradita

Libro 6

LUDOVICO ANTONIO MURATORI, Annali d’Italia dal principio dell’era volgare sino all’anno 1750. Compilati da Lodovico Antonio Muratori colle prefazioni critiche di Giuseppe Catalani (…), Lucca, Vincenzo Giuntini, Giovanni Riccomini, 1762-1764.
Quest’opera comprende 12 volumi e in quasi tutti si può notare il ritratto dell’autore, stampato col metodo della calcografia incisa da Giovanni Battista Betti su disegno dalla nipote dell’autore, Angela Termanini Muratori.
Il libro aperto raffigurato nella foto presenta a sinistra il ritratto a mezzobusto dell’autore in abiti religiosi, inserito in una cornice ovale appoggiata su un piedistallo marmoreo che riporta la data e il nome , il titolo e l’età dell’Autore. Alla base della cornice sono raffigurati un ramo d’alloro ed uno di ulivo.
Il frontespizio si trova sulla destra, ha il testo stampato a righe alternate in rosso e nero e presenta una vignetta in una cornice a volute. L’immagine raffigura una donna seduta su un carro con alla destra tre angioletti, due dei quali le porgono un libro. Questa immagine forse è la marca tipografica dello stampatore Vincenzo Giuntini di Lucca.
Da notare che sul libro, delle dimensioni di 20 centimetri per 26, è presente, stampato su etichetta di carta, lo stemma dell’allora Vescovo di Alessandria Giuseppe Tomaso De Rossi che ha dato un notevole contributo alla realizzazione prima della Biblioteca del Seminario ed in seguito alla Biblioteca civica di Alessandria.

Lo stemma , a bande orizzontali, è sormontato da una corona da patrizio sopra la quale si allarga il cappello vescovile contraddistinto dai cordoni laterali che reggono 5 nappe per lato, 3 in basso , 2 al centro ed una alla sommità.

libro aperto alla prima pagina del Foglio greco ossia Arte di apprendere la lingua greca senza precettore
libro aperto con timbro della biblioteca
foto del timbro della biblioteca ingrandita

Libro 7

GIAMBATTISTA CARDAVI, Foglio greco ossia Arte di apprendere la lingua greca senza precettore, Cesena, Gregorio Biasini, 1785.
L’importanza di questo volume, delle dimensioni di 17,5 centimetri per 24, è determinata dalla nota manoscritta che si trova sul contropiatto anteriore (cioè l’interno della copertina) che indica l’appartenenza dell’esemplare alla raccolta libraria del Vescovo di Alessandria Giuseppe Tomaso De Rossi, 1757-1786. Le foto 1 e 2 mostrano questo particolare.
L’autore del volume, Giambattista Cardavi, fu avvocato e professore di lingua greca a cui fu affidato il compito di riordino, scarto e scelta dei volumi che avrebbero fatto parte delle collezioni della biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza, fondata nel 1797.
La terza foto mostra il frontespizio del volume in cui compare l’immagine della dea Atena, raffigurata di tre quarti, rivolta a sinistra, seduta e con le insegne di divinità guerriera : la lancia nella mano destra, lo scudo nella sinistra appoggiata ad un masso e l’elmo sul capo. La vignetta rappresenta la marca dello stampatore appunto “all’insegna di Pallade”

libro aperto alla pagina con timbro della biblioteca civica a sinistra e a destra titolo del libro: Discorso sopra l’asilo ecclesiastico

Libro 8

NERI, POMPEO, Discorso sopra l’asilo ecclesiastico, Firenze e Venezia, Giambattista Pasquali, 1765.

Sul frontespizio di questo piccolo volume dalle misure di 11 centimetri per 16, e qui fotografato aperto, non compare il nome dell’autore, che è stato possibile rilevare dai repertori bibliografici di opere anonime e pseudonime.
L’etichetta che si trova sul lato destro del frontespizio riporta il nome del primo bibliotecario della Biblioteca Civica di Alessandria: Alessandro Duchi, ex Barnabita che fu nominato l’8 settembre 1800 Commissario ecclesiastico per il Dipartimento di Marengo. Nel 1806 il Duchi controfirmò il regolamento della nuova Biblioteca che si fregia del titolo di Dipartimentale.
Al centro del frontespizio, raffigurato nella foto, compare il marchio inciso da Antonio Visentini: la Dea Minerva che nella destra reca un libro aperto e nella sinistra lo scudo poggiato a terra. Il marchio è contornato da un nastro su cui compare il motto «Alla Felicità delle lettere».

libro aperto alla prima pagina con foto del padre abate don Paolo Salani a sinistra e il titolo del libro nella pagina a destra

Libro 9 

Poesie diverse del padre abate don Paolo Salani monaco olivetano fra gli arcadi Terronte, In Bologna : a San Tommaso d’Aquino, 1761.

Questo libro, appartenente anch’esso alla biblioteca di Alessandro Duchi, fu pubblicato dopo la morte dell’autore del quale mostra un pregevole ritratto inciso da Lorenzo Capponi, su disegno di Domenico Maria Fratta, entrambi artisti attivi a Bologna nel diciottesimo secolo.
La foto mostra il volume aperto e sulla pagina di sinistra compare, entro una cornice ovale, il ritratto dell’autore, a mezzobusto, di profilo, rivolto a sinistra. Lo scrittore è già nella mezza età, con gli occhiali e il cappello da prelato, veste l’abito del monaco olivetano, ordine al quale appartiene come si legge su un cartiglio (cioè su una raffigurazione di un rotolo di carta contenente l’iscrizione) ai piedi del ritratto.
Il frontespizio, che si trova a destra, è stampato a caratteri che alternano il rosso e il nero. Al centro una vignetta con un puttino seduto su un capitello che regge un tralcio di fiori mentre due rami di acanto spuntano dal capitello e avvolgono la scena.
La Congregazione Olivetana appartiene all’ordine dei monaci benedettini ed è stata fondata nel 1313 a Monte Oliveto Maggiore nei pressi di Siena. La congregazione olivetana influenzò la vita monastica del quattordicesimo secolo e curò le arti e le lettere al servizio della liturgia.
Misure del libro : centimetri 13 per 20

foto libro aperto delle opere di PAPA LEONE I

Libro 10

PAPA LEONE I, Tutte le opere (…), Parigi, Jean Baptiste Coignard, 1675

Il titolo di questo volume dellle misure di 19 centimetri per 25 è “Ad Sancti Leonis Magni pape primi Opera omnia”. Pubblicato a Parigi da Jean Baptiste Coignard nel 1675.

Nella presente edizione parigina delle opere di papa Leone Magno (che in foto è aperta sul frontespizio) troviamo il passaggio avvenuto dalle mani di Gabriele da Villa del Foro dei Cappuccini di Alessandria (sul frontespizio appare la nota manoscritta: Ad usum fratris Gabrielis a Villa Fori pro sua Bibliotheca Alexandrina Capuccinorum) alla Biblioteca Nazionale alessandrina (sulla controcopertina l’etichetta: Ex libris Bibliothecae Nationalis Alexandrinae)
Sul frontespizio, in basso al centro, sopra ai dati tipografici (luogo di stampa, nome del tipografo, data) è presente una raffigurazione barocca di un vaso colmo di fiori.

 foto libro aperto di La Chiesa di Gesù Cristo vendicata ne’ suoi contrassegni, e ne’ suoi dogmi contro le impugnazioni presentate ne’ tre libri di Giacomo Picenino

Libro 11

ANTONIO DA VENEZIA, La Chiesa di Gesù Cristo vendicata ne’ suoi contrassegni, e ne’ suoi dogmi contro le impugnazioni presentate ne’ tre libri di Giacomo Picenino (…), Venezia, Giovanni Battista Recurti, 1724

Sul frontespizio si nota il timbro con la sigla B A esse B (Biblioteca Alessandrina del Convento di San Bernardino) ed il trigramma I acca S, prime tre lettere del nome di Gesù in greco, ma anche l’abbreviazione di “Iesus Hominum Salvator, Gesù Salvatore degli uomini”, che irradia luce e calore attraverso l’opera dei 12 apostoli (simboleggiati dai 12 raggi).
Il foglio che precede il frontespizio (cosiddetta antiporta) fu incisa da Marco Pitteri su disegno del celebre pittore Giovanni Battista Piazzetta. Assieme al pittore, Pitteri perfezionò la sua tecnica incisoria, nel tentativo di rendere l’incisione un’opera d’arte vera e propria, e non solamente la mera riproduzione di un dipinto. La sua fama raggiunse l’apice nel 1753, quando Carlo Goldoni, che da Pitteri fu ritratto in incisione ben quattro volte, gli dedicò l’opera Il frappatore.
La scena rappresenta con un’allegoria il messaggio contenuto nel volume: in alto a sinistra in trono e con in capo la tiara (il tipico copricapo papale), il Pontefice regge con la destra un bastone pastorale che termina con una sottile croce, con la mano a sinistra innalza il calice dal quale emerge l’Eucarestia da cui promana una forte luce. A terra giace in primo piano una figura sbalzata da uno sgabello dallo stesso fulmine che ha danneggiato, staccandolo dal grande cavalletto, il quadro che ora si sta abbattendo su di lui.
Misure del libro : centimetri 16,5 per 23

foto libro aperto del Dizionario della lingua armena
 illustrazione di un arco con 8 colonne, in cima al quale compaiono due angeli e, sotto la sommità dell’arco, 4 vescovi, due a destra e due a sinistra. Al centro dell’arco si trova l’Agnello di Dio. che si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima sacrificale

Libro 12

MECHITAR, Dizionario della lingua armena [Volumi 1-2], Venezia, Antonio Portoli, 1749-1769

Rarissimo esemplare del Dizionario scritto dal monaco cristiano armeno Mechitar, presenta le note manoscritte del frate Gabriele da Villa del Foro e dei Cappuccini di Alessandria.
Per la propria attività editoriale a Venezia, Mechitar di Sebaste si appoggia alle tipografie della città lagunare già attrezzate per la stampa in caratteri armeni. Infatti i primi sette libri stampati in armeno furono tutti realizzati a Venezia, che fino al 1565 rimarrà l’unica città in cui si stampa in caratteri armeni, e anche dopo la diffusione della stampa in lingua armena in altri centri, essa rimarrà al riguardo un luogo produttivo di primaria importanza, anche grazie alla Tipografia Mechitarista di San Lazzaro attiva sin dal 1789.
L’immagine che si trova prima del frontespizio (foto 2) rappresenta un arco con 8 colonne, in cima al quale compaiono due angeli e, sotto la sommità dell’arco, 4 vescovi, due a destra e due a sinistra. Al centro dell’arco si trova l’Agnello di Dio. che si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell’umanità. Sotto ci sono delle scritte in armeno e un medaglione con una croce greca e simboli religiosi.
Il frontespizio (foto 1) è in caratteri armeni stampati in rosso e in nero Misure del libro : centimetri 16,5 per 25

foto libro aperto di L’uomo, e sue parti figurato, e simbolico, anatomico, razionale, morale, mistico, politico, e legale, raccolto e spiegato con figure, simboli
in questa illustrazione si trova lo stemma del vescovo bolognese dedicatario dell’opera, a destra e a sinistra sono rappresentati in modo allegorico due uomini selvatici in piedi sul planisfero che reggono un nastro con impressi i simboli astrologici: leone, bilancia, capricorno, eccetera. Al centro si trova un giovane che tiene con la mano un rotolo sul quale è impresso il titolo del libro.

Libro 13

OTTAVIO SCARLATTINI, L’uomo, e sue parti figurato, e simbolico, anatomico, razionale, morale, mistico, politico, e legale, raccolto e spiegato con figure, simboli (…), Bologna, Giacomo Monti, 1684
Misure del libro : 21 centimetri per 32
Il testo illustra, attraverso rappresentazioni simboliche, il rapporto dell’uomo con la mistica e l’occultismo, evidenziando le corrispondenze astrologiche con le parti del corpo umano. La nota manoscritta sul frontespizio (foto 1) ci dice che l’esemplare apparteneva al Convento di S. Anna di Alessandria.
Nella immagine della foto 2, in alto, si trova lo stemma del vescovo bolognese dedicatario dell’opera, a destra e a sinistra sono rappresentati in modo allegorico due uomini selvatici in piedi sul planisfero che reggono un nastro con impressi i simboli astrologici: leone, bilancia, capricorno, eccetera. Al centro si trova un giovane che tiene con la mano un rotolo sul quale è impresso il titolo del libro. Queste immagini sono state incise da Domenico Bonaventura, attivo a Bologna a metà del 1600.

foto copertina del libro Praeleczionum, sine Enarrazionum admirabilis divini verbi incarnazionis
foto libro aperto della prima pagina

Libro 14

FRANCISCO DE CHRISTO, Praeleczionum, sine Enarrazionum admirabilis divini verbi incarnazionis. Lezione, o esposizione della meravigliosa incarnazione del Verbo divino, Coimbra, Joao Alvares, 1564

Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un libro stampato nel sedicesimo secolo. Questo raro libro, delle misure di 18 centimetri per 28,5 è stato stampato in Portogallo. Deduciamo, grazie all’etichetta in carta che si trova sulla copertina, che provenga dalla Biblioteca del Convento dei domenicani di San Marco di Alessandria, ed in particolare dall’inquisitore Camillo Bagliani.
Nella prima foto si osserva la bella copertina di pelle marrone su tavola, decorata a secco con due cornici rettangolari concentriche a motivi motivi vegetali.
Il frontespizio mostrato nella seconda foto, reca al centro di un tondo uno stemma, sormontato dal viso paffuto di un angioletto, che sembra sanguinare attraverso cinque ferite aperte, come suggerisce il motto latino scritto lungo il margine superiore dello stemma: Dabis eis scutum cordis orem tuum che tradotto significa: darai loro lo scudo del tuo cuore,

foto di libro aperto Dogmi teologici

Libro 15

DENIS PETAU, Dogmi teologici, Venezia, Alvise Pavini, 1745

Sul frontespizio è presente la nota manoscritta: ex Collegio Sancti Alexandri et Carol. Alexandriae. Sulla controcopertina, invece, leggiamo: Sumptibus Seminarii 1765. Il libro, quindi, appartenuto originariamente al convento cittadino dei Barnabiti (Santi Alessandro e Carlo) è passato al Seminario di Alessandria nel 1765 per confluire infine alla Biblioteca dipartimentale.

Il volume, della misura di 24 centimetri per 39, è mostrato nella foto aperto e presenta, sulla pagina di sinistra, incorniciato da un ovale, il mezzobusto dell’autore. E’ ritratto di fronte, con il viso rivolto a destra.
Lo scrittore appare anziano, con il volto affilato, con l’abito scuro dei gesuiti. Attorno all’ovale è rappresentata una ricca cornice, ornata alla sommità da rami d’alloro. Su di essa è riportata l’iscrizione con il nome dell’autore. La cornice è sorretta alla base dalla mano sinistra di un angioletto inginocchiato, che con la destra indica invece una insegna nobiliare posta al suo fianco ai piedi del ritratto.
Sulla pagina di destra il frontespizio è stampato a caratteri che alternano il rosso e il nero e reca al centro la marca tipografica dello stampatore, la Ragione raffigurata come una donna con un elmo in testa ed una fascia con simboli aritmetici attorno alla vita. La donna tiene nella destra una spada e nella sinistra le redini con cui doma, seduta su di lui, un leone (che rappresenta la Forza). In basso un nastro con la scritta: La Ragione.

foto della copertina del libro
foto libro aperto di Specchio cronologico della Chiesa cattolica

Libro 16

MATHIAS CHEFNEUX, Specchio cronologico della Chiesa cattolica, dall’inizio del mondo fino a Cristo, e da Cristo fino a noi (…), Liegi, Léonard Streel, 1661

La rilegatura del libro delle dimensioni di 18 centimetri per 29 è in marocchino (un tipo di cuoio pregiato ottenuto dalla concia di pelle di capra o di montone) di colore rosso con stemma del possessore impresso in oro sulla copertina (foto 1). Una nota manoscritta (Bibliotheca Colbertina) indicano l’appartenenza del volume a Jean-Baptiste Colbert, importante uomo di stato francese all’epoca di Luigi XIV. Colbert fu anche appassionato collezionista e bibliofilo. La sua biblioteca era ritenuta, all’epoca, la terza d’Europa, annoverando oltre 20.000 volumi.

Il frontespizio (foto 2), stampato in rosso e nero, presenta al centro della parte inferiore della carta una vignetta che raffigura una grande nave a vela e remi, che ricorda l’Arca, con la prua rivolta ad ovest, sovrastata da un ampio cartiglio, con la scritta “Marte vel Arte”.
Sul frontespizio appare anche un timbro che ci testimonia che il libro è successivamente entrato in possesso della Congregazione della missione di Casale Monferrato (Gesuiti), da cui è poi confluito nella biblioteca alessandrina, unico esemplare segnalato in Italia dell’opera.
I volumi legati per Colbert si caratterizzano in genere per l’utilizzo del marocchino rosso con supporti in cartone, una cornice all’antica e lo stemma del possessore che consiste in una una biscia (lat. coluber) circondata dal collare degli ordini di San Michele e del Santo Spirito

foto libro aperto sulla Teologia scolastica secondo l’insegnamento ininterrotto di San Tommaso
foto libro aperto con timbro della biblioteca civica

Libro 17

PIERRE LABAT, Teologia scolastica secondo l’insegnamento ininterrotto di San Tommaso, Trattato primo. Dell’unico Dio. 7 volumi, Tolosa, Arnaud Colomier, 1658-1661

Misure del libro : centimetri 11 per 17
La nota manoscritta (foto 2) indica l’appartenenza del volume al Convento di Santa Croce e Ognissanti di Bosco Marengo dell’ordine dei predicatori.
La foto 1 mostra l’antiporta (cioè il foglio prima del frontespzio) in cui si vede la figura di San Tommaso d’Aquino seduto su una sorta di trono di cui si intravede parte dello schienale. Al suo orecchio sinistro una colomba (che rappresenta lo Spirito Santo) sembra sussurargli l’ispirazione. San Tommaso tiene nella mano destra una piuma dalla quale si irradia un raggio di luce che illumina il modello di una chiesa che il santo tiene nella mano sinistra, posta alla stessa altezza della destra, cosicché il raggio di luce (che rappresenta la saggezza e la scienza) gli attraversa il petto
Ai suoi piedi sono posti sei libri chiusi riccamente ornati, tre distesi e tre in piedi. L’insieme afferma l’importanza degli scritti e della dottrina di Tommaso d’Aquino per la Chiesa.

foto di libro aperto Cronologia dei sommi pontefici
foto di due pagine contiene le effigie, nomi, e patrie loro, in che anno e il giorno furono eletti i pontefici

Libro 18

GIOVANNI ANTONIO BRANDI, Cronologia dei sommi pontefici che contiene le effigie, nomi, e patrie loro, in che anno, & giorno furono eletti Roma, Antonio Landini, Giovanni Francesco Delfini, 1641

Sul frontespizio (foto 1) si legge una nota manoscritta in latino che indica trattarsi di un dono fatto da Giovanni Battista Galena dalla Polonia al frate Antonio Francesco da Casale, nel giugno 1692 giugno a favore del Convento Santa Maria del Tempio di Casale).

Il frontespizio, a caratteri rossi e neri, presenta, al centro della parte inferiore, una vignetta rettangolare, contornata da una greca, che raffigura in primo piano un santo inginocchiato davanti a Gesù mentre a sinistra sullo sfondo appare la facciata di una chiesa rinascimentale.
Il volume è riccamente illustrato con belle vignette, due per pagina (foto 2), che, incise in legno nella parte superiore del foglio, ritraggono a mezzobusto tutti i pontefici da san Pietro fino a papa Urbano ottavo, racchiudendo l’immagine e il testo relativo sottostante in una cornice di motivi ornamentali stilizzati.

Misure del libro : centimetri 14,5 per 20

 foto di libro aperto Primasio

Libro 19

Primasii Uticensis in Africa episcopi, Primasio (vescovo di Adrumeto), Commento alle lettere di San Paolo (…), Lione, Sebastiano Gryphius, 1537

Il libro raffigurato aperto nella foto, dalle dimesioni di 12 centimetri per diciassette è una rara cinquecentina (così si chiamano i libri stampati nel sedicesimo secolo). Fu pubblicato dallo stampatore e libraio di Lione Sébastien Gryphius, del quale si può ammirare la marca tipografica sul frontespizio: un grifone posato su un parallelepipedo che regge con l’artiglio una pietra alla quale è incatenato un globo alato, con il motto derivato da Cicerone Virtute duce, comite fortuna (Con la virtù come guida e la fortuna come compagna).
La nota manoscritta (Ex libris … Sancti Aug. conventus Sanctae Trinitatis de Derthona) ne indica la provenienza dal Convento della Santa Trinità di Tortona.

foto della copertina del libro Expedita iuris divini, naturalis, et ecclesiastici moralis exposizio in tres divisa partes
foto prima pagina del libro

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TOMMASO TAMBURINI, Expedita iuris divini, naturalis, et ecclesiastici moralis exposizio in tres divisa partes. Un’opportuna esposizione della legge morale divina, naturale ed ecclesiastica, divisa in tre parti, Milano, Ludovico Monza, 1661.
Tommaso Tamburino, gesuita e filosofo italiano attivo a Caltanissetta nel diciassettesimo secolo, fu un consigliere del Sant’Uffizio e dell’Inquisizione Spagnola.
Sul frontespizio di questo volume si legge una chiara nota manoscritta lasciata da Giovanni Filippo Ottobelli, prefetto del collegio Ghislieri fondato a Pavia dal Pontefice Pio Quinto.
La preziosa copertina della foto 1 è composta da pergamena (pelle conciata di pecora, capra o vitello) di colore giallo paglierino (simile alla paglia), impressa con ricche decorazioni dorate raffiguranti motivi floreali e geometrici e delimitate da una doppia cornice. Al centro spicca con colori accesi lo stemma nobiliare del vescovo di Alessandria Carlo Ciceri: tre piante di ceci su di un prato con il cielo come sfondo entro una cornice ovale. Impressi in oro attorno all’ovale si trovano gli elementi che simboleggiano la carica vescovile: la croce sormontata dal cappello ecclesiastico da cui pendono dodici cordoni e fiocchi, sei per parte, in tre file, disposti: 1 – 2 – 3.
Al bordo laterale esterno della copertina sono presenti due piccoli fori che fanno intuire la presenza in origine di due lacci che avevano la funzione di chiudere il libro.
Il frontespizio mostrato nella seconda foto riporta titolo, autore e dati tipografici con alternanza di caratteri neri e rossi. In basso, al centro, si nota la marca tipografica: un putto bendato, a cavallo dell’aquila di Giove con folgori tra gli artigli. Il putto con la mano destra sparge fiammelle e con la sinistra tiene le redini. Sotto l’immagine, al centro, le iniziali L e M sormontate da una croce e un motto scritto in un nastro: Hinc micat inde ferit.

foto prime pagine del libro Bilancia delle opinioni favorevoli nelle controversie morali
foto del libro aperto

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MENDO, ANDRES, Bilancia delle opinioni favorevoli nelle controversie morali, ora viene alla luce per la prima volta, Salamanca, a spese dell’autore, 1666.

Questo volume della misura di 22,5 centimetri per 34, è legato ad un’istituzione rilevante per la storia alessandrina in quanto appartenuto, come si legge dalla nota manoscritta rinvenibile sul frontespizio (foto 1), a Giovanni Filippo Ottobelli, avvocato e nipote di Cesare Firrufini, fondatore dell’Avvocazia dei Poveri, istituto che si occupò della tutela e della difesa giuridica dei meno abbienti. E’ un esemplare raro in tutta Italia e si trova, catalogato per ora in Piemonte solo dalla Biblioteca civica di Alessandria.
La pagina di destra, con la quale comincia la prima dissertazione, presenta in testa una vignetta rettangolare ampia come lo specchio della pagina di testo, che raffigura un veliero da guerra con la prua volta a sinistra, dentro una cornice ovaleggiante a cartiglio, la cui parte superiore è formata dalle due braccia che si incontrano delle due figure poste ai lati, un uomo di schiena a destra ed una donna a sinistra, sopra di loro su un cartiglio svolazzante : ingenium superat vires (l’intelligenza supera la forza). Si tratta della marca tipografica di Horatius Boissat e Georgius Remeus.

foto del libro aperto

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ORTENSIO PALLAVICINO, Vita della grande madre di Dio, narrata in modo apologetico e storico, essendo state tratte dalle Sacre Scritture dei Santi Padri, dagli scrittori ecclesiastici, le informazioni che soprattutto la illustrano e la celebrano, Milano, Filippo Ghisolfi, 1659.

Questo piccolo (centimetri 8 per 16) e prezioso libro, come ci informa la nota manoscritta che si trova sulla pagina (raffigurata nella foto) che precede il frontespizio , proviene dal fondo librario dell’avvocato Cesare Firrufini.
L’opera fu stampata da Filippo Ghisolfi, tipografo e calcografo milanese, la cui attività copre un arco temporale di 40 anni. Fu un eccellente artigiano come testimonia l’immagine calcografica, ottenuta cioè stampando con una matrice di in rame o zinco appositamente incisa, che raffigura la Madonna con Gesù bambino in braccio.

L’illustrazione raffigura in alto un angioletto che a braccia aperte sorregge davanti a sé un ampio drappo al centro del quale una ghirlanda di fiori circonda e incornicia una madonna seduta e incoronata. In braccio ad essa siede Gesù bambino che appoggia una manina su un globo sormontato da un piccola croce, segno di regalità, tenuto dalla madre. Ai piedi, fuori dalla ghirlanda, compare, in latino e in caratteri grandi, il titolo dell’opera. Ancora più in basso, sotto il drappo, altri due angioletti seduti e affiancati ne tengono disteso l’orlo. Uno dei due indica una corona disegnata sotto la scritta.

foto della prima pagina del libro aperta
foto ultima pagina del libro

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PUBLIO VIRGILIO MARONE, Bucoliche, Georgiche, e Eneide; le opere riportate alla lettura originaria e disposte secondo l’ordine dei loro indici da Nicola Eritreo, Venezia, Giovanni Alberti, 1616.

La nota manoscritta sull’ultimo foglio del libro (foto 2) riporta il nome di Carlo Socino, pronipote ed erede di Firrufini qui indicato come canonico di Asti.
Da segnalare anche la bella marca tipografica (foto 1) dello stampatore Giovanni Alberti: circondata da una cornice fatta di elementi vegetali e sormontata da due putti alati, figura una Sibilla seduta di profilo che tiene un libro aperto con la mano destra e poggia il braccio sinistro su un libro chiuso.
La Sibilla è una vergine, la quale quando viene ispirata e quasi posseduta dal Dio Apollo rivela il futuro.
Giovanni Alberti fu il tipografo responsabile della prima edizione del vocabolario degli Accademici della Crusca, Venezia, 1612.
Misure del libro : centimetri 10,5 per 15,5

foto della copertina
foto della prima pagina del libro

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Delle azioni. Titolo delle Istituzioni di Giustiniano, contenente la terza parte del parte del diritto civile, con il commento di Giasone del Maino, Venezia, Zenaro Damiano, 1595.

Di questo libro delle dimensioni di centimetri 21,5 per 32, la prima cosa che si nota (foto 1) è la legatura in pergamena rigida manoscritta; ciò significa che per fare la copertina del libro è stato adoperato un foglio di pergamena recuperato da un testo manoscritto precedente: ci troviamo di fronte ad una sorta di riciclo.
La pergamena è un foglio ricavato dalla pelle di animale (agnello o vitello) usato nell’antichità come materiale su cui scrivere pregiato e durevole.
L’opera riporta e commenta la raccolta del diritto romano voluta dall’imperatore Giustinano e di capitale importanza per la scienza giuridica. Si presenta composta da quattro parti: il Digesto, il Codice, le Istituzioni e le Novelle.
Giustiniano (che visse dal 527 al 565 dopo Cristo) inserì, nel suo programma di restaurazione della grandezza romana in tutti i possibili ambiti, anche il progetto di un generale recupero della tradizione legislativa e giurisprudenziale precedente, finalizzato a un pieno riordino sia della prassi giudiziaria sia dello studio universitario del diritto.
Il commentatore (Giasone del Maino) è un illustre giurista italiano docente alle Università di Pisa, Pavia e Padova. A lui è dedicato l’omonimo Collegio dell’Università di Pavia, già auspicato dallo stesso Giasone nel suo testamento.
Nella seconda foto è visibile il frontespizio in cui, al centro della parte inferiore, è raffigurata una salamandra coronata fra le fiamme in un tondo racchiuso da una ricca cornice ornata con mascheroni e motivi vegetali. Sui due lati il motto della marca tipografica: virtuti sic cedit invidia (così l’invidia cede alla virtù.

immagine del retro della copertina di Lessico di diritto civile e canonico,
immagine della copertina

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PARDOUX DU PRAT – Lessico di diritto civile e canonico, o meglio un thesaurus di parole che attengono al diritto, e il loro significato, di Pardoux Du Prat – Lione, Guillaume Rouille, 1567.

Esemplare che conserva nella legatura del volume quattro manoscritti ebraici, in scrittura askenazita del quattordicesimo secolo, frammenti di preghiere da recitare per le feste Sukkot e di Hanukkah, utilizzati come pergamene di reimpiego. Il volume, che proviene dal fondo dell’Avvocazia dei Poveri, presenta sul frontespizio la precedente nota di possesso del Collegio dei Gesuiti di Alessandria.
La festa di Sukot, conosciuta anche come festa delle capanne (sukot in ebraico), celebra il ricordo dalla vita del popolo di Israele nel deserto (costretto a vivere in capanne) durante il viaggio verso la terra promessa.
Hanukkah, conosciuta anche come Festa delle Luci, commemora la nuova consacrazione di un altare nel Tempio di Gerusalemme dopo la riconquistata libertà dalle precedenti occupazioni degli Elleni.

immagine della prima pagine del libro Perugia augusta
foto del libro aperto

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Perugia augusta descritta da Cesare Crispolti perugino … – In Perugia : appresso gli Eredi di Pietro Tomassi, & Sebastiano Zecchini, 1648

CESARE CRISPOLTI, Perugia augusta (…), Perugia, Eredi di Pietro Tomassi, & Sebastiano Zecchini, 1648

L’opera (foto 1), che presenta sul frontespizio (foto 2) lo stemma calcografico del dedicatario, il cardinale Gaspare Mattei, appartenne all’alessandrino Cesare Canefri. Nato ad Alessandria nel 1710 da Francesco e da Marianna Anfossi, Canefri fu un ottimo paleografo (cioè studioso delle caratteristiche e dell’evoluzione delle prime forme di scrittura), erudito nelle lettere e nella storia. Fu un appassionato ricercatore di memorie patrie e autore di opere di carattere celebrativo.
Lo stemma del dedicatario, il cardinale Gaspare Mattei, è inserito in una cornice quadrata ed occupa la parte centrale della metà inferiore del foglio:
sormontato dal cappello cardinalizio, contraddistinto dai sei fiocchi per lato, nella sezione superiore presenta un aquila ad ali spiegate, mentre la porzione inferiore dello stemma è a scacchi, attraversata da una banda da sinistra a destra.
Misure del libro : centimetri 14,5 per 21.

foto della prima pagina del libro del Museo Settaliano
foto con una nota manoscritta da Michele Pio Passi sull'interno della copertina

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PAOLO MARIA TERZAGO, Museo Settaliano, costruito con laboriosa fatica da Manfredo Settala patrizio di Milano (…), Tortona, figli di Eliseo Viola, 1664.

Il volume, testimonianza della tipografia locale dell’epoca, descrive la vasta collezione, composta da circa tremila pezzi tra opere d’arte, reperti archeologici, strumenti musicali, macchine, manufatti e curiosità etnografiche raccolte durante i viaggi in Oriente dal patrizio milanese Manfredo Settala.
La nota manoscritta (foto 2) sulla copertina interna, appartiene a Michele Pio Passi, inquisitore domenicano. Nato a Bosco Marengo, fu priore del convento di Bosco Marengo dal 1649 al 1651.
La prima foto mostra il frontespizio dove, in basso al centro, sopra al luogo di stampa, nome del tipografo e data, compare un curioso fregio a mascherone.
Misure del libro : centimetri 14 per 19,5

foto del timbro della biblioteca civica stampato all'interno del libro
foto della prima pagina del libro

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ARNOLD VINNEN, Cinque trattati, vale a dire su contratti, giurisdizione, contributi, transazioni e questioni di diritto selezionate, Venezia, Baglioni, 1736

Sulla carta di guardia anteriore, cioè la pagina normalmente bianca posta tra la copertina e il primo foglio del libro, è apposta una etichetta in carta su cui sta scritto: Ex libris Ioseph Antonii Chennae Alexandrini (foto 1)
Si tratta di Giuseppe Antonio Chenna, canonico arcidiacono, vicario del capitolo della cattedrale di Alessandria, noto principalmente per le sue ricerche erudite raccolte nel volume ‘Del vescovato, de’ vescovi e delle chiese della città e diocesi d’Alessandria’.
Il frontespizio (foto 2) è stampato a caratteri rossi e neri, di diverse dimensioni. Presenta al centro della parte inferiore, sopra le note tipografiche, un elegante fregio a volute nel quale si distinguono, sormontati da un baldacchino degli oggetti, forse strumenti musicali.
Misure del libro : centimetri 16,5 per 23

foto della copertina del libro Aquisgrana
immagine della prima pagina

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COLLEGIO DEI GESUITI DI AQUISGRANA, Aquisgrana, sede regia del Sacro Romano impero e dell’incoronazione dei Cesari e metropoli, restituita al suo cattolico e legittimo magistrato (…), Colonia, Bernardo Gualtieri, 1615

Il libro (dimensioni centimetri 18 per 23,5) è stato donato dal Collegio dei Gesuiti di Aquisgrana, il cui stemma è impresso sulla copertina (legatura), al condottiero Ambrogio Spinola che, a capo delle truppe spagnole, nel 1614 ristabilì in città i magistrati cattolici, cacciati nel 1580 dai protestanti. L’opera celebra in versi le gesta dei vincitori.

Nella foto 1 il libro è chiuso e mostra un’elegante copertina in pelle marrone con ornamenti impressi a secco: tre cornici rettangolari concentriche nei pressi del bordo con fregi ai quattro angoli interni. Al centro, dentro una cornice ovale recante il nome della città (Aquisgrana), compare tra volute una figura in trono sovrastata da un’aquila.

immagine interno della copertina del libro La Venezia edificata poema eroico
foto della rappresentazione della Repubblica di Venezia

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GIULIO STROZZI, La Venezia edificata poema eroico (…), Venezia, Girolamo Piuti, 1626

Il frontespizio calcografico (inciso su lastra di rame) nella foto 2 riproduce in alto, tramite allegoria, la Repubblica di Venezia. Al centro è rappresentata una donna coronata, seduta su un leone, che tiene nella mano destra uno scettro. Ai lati due figure: un guerriero e una giovane donna.
In basso si trova una minuscola pianta prospettica della città.
Tra i due elementi si legge il titolo dell’opera.
La nota di possesso (foto 1) fu manoscritta da un membro (non individuato con certezza) della celebre famiglia Trotti di Alessandria.

Misure del libro : centimetri 7 per 13

foto prima pagina del libro La teoria e la pratica del giardinaggio
immagine della rappresentazione di una vista dall’alto di due fontane
immagine dell'ultima pagina del libro dov'è presente un’etichetta

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ANTOINE JOSEPH DEZALLIER D’ARGENVILLE, La teoria e la pratica del giardinaggio (…), Parigi, Jean Mariette, 1732

La foto 1 è il frontespizio di questo volume delle misure di centimetri 18,5 per 25 che è la Terza edizione di un trattato che fu riferimento per i progettisti di giardini in tutta Europa
Fu pubblicato per la prima volta nel 1709, tradotto in diverse lingue e ristampato frequentemente durante il diciottesimo secolo.
L’opera è corredata da 38 tavole ricavate da matrici in rame che mostrano piani di giardini e parterre, palizzate, portici, armadi, colonnati e cascate, piani di boschi e boschetti con armadi e saloni e un grande labirinto, viste e diagrammi di macchine idrauliche: pompe, organi e una sorprendente giostra acquatica con figure di Nettuno, tritoni e altri personaggi che proiettano getti d’acqua mentre girano in un laghetto dentro una grotta.

Nella foto 2 il volume è aperto in una doppia pagina recante un’unica illustrazione che occupa interamente lo spazio. Sul lato sinistro e sul lato destro viene rappresentata la vista dall’alto di due fontane da cui sgorgano percorsi d’acqua a cascata fiancheggiati da vialetti e aiuole. Al centro, nella parte superiore, una grande vasca centrale, sovrastata da cinque colonne e diverse statue e contornata da altre piccole colonne. Nella parte inferiore la vista frontale, di dimensioni maggiori, di due fontane, una sovrastata da una colonna, l’altra da una statua con un nudo femminile. Sullo sfondo della prima una terrazza aperta verso una prospettiva di un parco con viale alberato; La seconda è inserita in una nicchia con attorno abbondanti fronde.
Sull’interno della copertina anteriore (foto 3) è presente l’ex libris con lo stemma della nobile famiglia Magnocavallo, originaria di Casale Monferrato.
Ex libris è abbreviazione del latino ex libris meis, cioè dai miei libri. Si tratta di un’etichetta, solitamente ornata di un motto e di uno stemma (o altra rappresentazione grafica), che si applica su un libro per indicarne il proprietario.

foto della prima pagina del libro
immagine rappresentante alcuni personaggi dell’antichità su una nuvola affiancati a destra da un angelo

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VALERIO MASSIMO, Detti e fatti memorabili (…), Leida, Samuel Luchtmans, 1726

Libro donato nel 1733 dalla Schola Erasmiana di Rotterdam come premio all’alunno meritevole Adrian Oudemans, futuro autore dell’importante catalogo Bibliotheca Oudemanniana, in cui, al n. 498, compare questo stesso volume, come testimonia la prima pagina del libro in foto 1.

In foto 2 è l’elegante antiporta (cioè il foglio prima del frontespizio) allegorica rappresentante alcuni personaggi dell’antichità su una nuvola affiancati a destra da un angelo. Sopra a tutti nel cielo inondato dai raggi solari un grande angelo suona la tromba e con la mano sinistra regge un cartiglio svolazzante con il nome dell’autore ; alla sua sinistra un angioletto in volo. A terra, sotto le nubi, sono raffigurati altri personaggi del mito e della storia antica. Sotto all’illustrazione si trovano scritti: luogo, stampatore ed anno di pubblicazione.

Misure del libro : centimetri 19 per 24,5

foto della prima pagina del libro Trattato delle alluvioni
foto del libro messo accanto ad una carta calcografica
foto ingrandita di una carta calcografica

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GIUSEPPE CARMAGNOLA, Trattato delle alluvioni (…), Torino, Soffietti, 1793

Il Trattato, che ebbe molta diffusione e risonanza all’epoca, è corredato da sette carte calcografiche (cioè stampate da una matrice ricavata dall’incisione di una lastra di rame o zinco.
Le carte sono ripiegate. Una di queste è particolarmente grande e raffigura il corso del Po nel 1778 nei territori di Carignano, luogo natio dell’autore, e Carmagnola sino a Moncalieri.
La provenienza del volume è in questo caso indicata da un timbro su ceralacca che si trova sul contropiatto anteriore (cioè la parte interna della copertina) con lo stemma della nobile famiglia alessandrina Bolla.
La ceralacca è una miscela di resine e pigmenti colorati che fonde col calore e che risolidifica quando si raffredda è utilizzata ancora oggi per sigillare.

Nella foto 1 il libro è aperto sul frontespizio, dove compare il titolo dell’opera. A sinistra, nella parte interna della copertina è visibile, stampato su un rettangolo di carta applicato, lo stemma della famiglia Bolla su cui è impresso un sigillo di ceralacca rosso. Nella foto 2 si nota, aperta, una lunga tavola, con sette linee di piegatura usate per racchiuderla nelle dimensioni del volume del quale fa parte. Vi è rappresentato, in forma di disegno tecnico, il corso del fiume Po da Carmagnola a Moncalieri.